Quando il Covid sarà passato, i nostri centri commerciali cambieranno radicalmente nell’arco di un decennio.
I loro negozi saranno più numerosi, simili a vetrine, saranno alternati a tanti più servizi e lo spazio esterno ed interno sarà dedicato ad un numero maggiore di protagonisti.
L’esperienza sarà diversa da centro a centro e frequentare un centro e non in un altro, sarà come scegliere tra Apple e Samsung, tra Adidas e Nike.
Prima di varcare gli ingressi sapremo tutto dei prodotti di cui siamo alla ricerca, perché informati da una rete internet sempre più ricca di contenuti, li andremo a vedere, a toccare, forse non li compreremo neppure lì.
Prima del Covid la nostra ricerca digitale riguardava soprattutto i beni più costosi, semplicemente perché di questi trovavamo più notizie; pensiamo per esempio alla scelta di un’auto o di un orologio di valore. Negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi 8 mesi, abbiamo prodotto tanti più contenuti riguardanti ogni genere di cose. Le nostre prossime scelte di acquisto saranno supportate dai commenti di altri utenti che sui canali social avranno detto la loro proprio sul prodotto che intenderemo comprare. Sapremo che chi fa il commento ha realmente provato l’oggetto e che probabilmente, ne sa più di quanto possa saperne il commesso esperto del negozio mono-marca che lo vende.
Come conseguenza di quanto detto i negozi potranno essere più piccoli, più numerosi ed esporre molto di più, garantendoci maggiore opportunità di vedere fisicamente tutto.
Cambierà anche la logistica che potrà essere integrata tra marchi. Sarà meglio organizzate ed efficiente. Permetterà di raccogliere i resi in un unico centro di ritiro e di nuovo confezionamento. Ogni centro potrebbe avere il proprio outlet, l’angolo delle occasioni esattamentecome quello di Ikea.
I centri commerciali avranno info point maggiormente digitali, reti wi-fi a 5G. In pochi anni cambierà la nostra capacità di raccogliere dati e di utilizzarli a vantaggio di ognuno. E dove sarà possibile raccogliere tanti dati quanti in un centro commerciale del prossimo futuro?
Nei centri di domani potremo caricare mezzi elettrici, privati o in sharing, con corrente di cui gli stessi centri sono produttori e gestori. L’energia sostenibile sarà prodotta da pannelli solari integrati alla copertura, alla facciate e alle pensiline dei parcheggi.
Il verde sarà progettato per migliorare la qualità dello spazio senza aggiungere particolari complessità di manutenzione. Parte dei piazzali dei parcheggi saranno cedute per diventare orti urbani.
Non mancherà l’esperienza migliorata di food court sempre più simili a piazze, a mercati. Le gallerie torneranno ad essere le nuove strade dello shopping, ma più sicure e sorvegliate.
Flessibilità di utilizzo e possibilità di riconfigurazione guideranno i progetti, perché i tennant cambiano continuamente e i cicli saranno sempre più veloci.
Difficilmente i centri commerciali rimaranno con una vocazione generalista, potranno specializzarsi, confrontandosi con il proprio bacino di utenza. Integreranno più servizi dedicati al welfare per esempio ospitando centri diagnostici specializzati o magari si daranno una vocazione sportiva, costruendo una pista di atletica indoor attrattiva a livello regionale o un percorso vita sui piazzali, promosso da partner presenti in galleria. Alcuni centri potrebbero essere dedicati al mondo dei motori, con compresenza di officine, rimessaggi, gommisti, piste interne ed esterne per go-kart, percorsi per il motocross.
Questa pandemia ha scaraventato molti di noi, professionisti, progettisti, leasing manager, sviluppatori, proprietari, fuori dalla nostra area di confort, all’esterno dei sistemi che ci avevano portato benessere e a sentirci forti. Dovremo pensare di non tornare al posto di prima e di rimettere tutto in gioco; non sarà facile, ma i primi saranno pionieri divera innovazione.