SMART CITIES
In ‘The Digital Revolution’ l’imprenditore e scrittore americano Inder Sidu traccia una sintesi di ciò che rende o potrà rendere smart le Smart Cities che verranno citando le ricerche più contemporanee e le applicazioni già in uso.
Iniziamo dal problema dei problemi che una grande città deve affrontare. Quale pensate che sia il più grande? Bene il problema più ostico che ogni sindaco delle più grandi città al mondo deve affrontare , oltre al traffico, alla criminalità e all’inquinamento, è quello della gestione della spazzatura.
La popolazione di tre miliardi di cittadini che si concentra nelle grandi città produce 1.3 miliardi di tonnellate per anno di immondizia.
Pensate che il prezzo medio dello smaltimento è di circa 2.6 dollari per persona per giorno. Così New York spende circa 1.6 miliardi di dollari per rimuovere dalle strade 3.8 miliardi di tonnellate di spazzatura.
Il costo mondiale della gestione della spazzatura è di circa 205 miliardi di dollari.. non male. Ma cosa costa così tanto? Costa moltissimo il trasporto con camion speciali dedicati e soprattutto la manodopera delle migliaia di addetti. Ma quando i rifiuti iniziano ad accumularsi nelle strade, questo costo non è solo economico, ma diventa un problema sociale.
Ci sono già dei metodi smart per la gestione dei rifiuti. Hanno aperto la strada all’innovazione Barcellona, Philadelphia ed Helsinki utilizzando pattumiera pubbliche dotate di sensori smart che avvisano quando  le pattumiere sono piene. In questo modo si evitano i viaggi di mezzi e persone a vuoto. La seconda iniziativa smart nella gestione dei rifiuti è quella dell’utilizzo dei compattatori in grado di pressare il volume dei rifiuti fino ad un quinto, riducendo i viaggi per il conferimento a discarica degli stessi.
Un altro dei grandi problemi che riguarda e riguarderà sempre di più le grandi città è il consumo di energia elettrica. Pensate che in Europa il 40% del consumo globale di corrente viene dall’illuminazione delle strade. Vogliamo città e strade sicure e abbiamo l’esigenza di illuminarle, sempre.
In realtà anche in questo caso il brevetto di una lampada a Led dotata di un sensore a bordo in grado di leggere il movimento permetterebbe il risparmio dell’80% dell’energia impiegata per questa funzione.
Se parliamo di sicurezza un esempio su tutti ci illustra la capacità indiscutibile di generare valore da soluzioni tecnologiche anche in questo campo. 
Guatemala City nel 2013 era al terzo posto per numero di omicidi. 116 ogni 100.000 abitanti, decisamente pericolosa. La situazione era dovuta ad una povertà endemica, all’abbondanza di armi, al fatto che l’uso della violenza fosse in qualche modo accettato. Questa situazione però cambiò radicalmente quando la città comprò e fece installare quasi 2000 telecamere. A quel punto violenza e crimini calarono del 40%.
Fino a quel momento le risorse limitate della polizia potevano pattugliare parti di città senza mai arrivare in tempo quando fosse stato necessario. Da quel momento sono le telecamere a segnalare dove si scatenava un fatto violento e le forze dell’ordine intervenivano direttamente su posto. Oltre a questo gli occhi sempre puntati di così tante telecamere sono ottimi dissuasori.
Una delle città più smart al mondo è la città di Songdo, una città costruita dal nulla a 40km da Seoul, la capitale della Corea, proprio al fine di decongestionare quest’ultima. 
Songdo è provvista dei più innovativi sistemi tecnologici utilizzati ad esempio per il controllo del traffico veicolare; ogni edificio più importante è connesso da comunicazione video, adoperata per l’home tutoring, l’insegnamento a distanza, le cure mediche a distanza, per alcuni servizi comunali come il rinnovo della patente, ma anche per la sorveglianza che oltre a tenere sotto controllo la criminalità è in grado di individuare, cambi di temperatura anomali, incendi, infiltrazioni d’acqua.
A Songdo anche i parchi sono monitorati con lo stesso sistema e non c’è da stupirsi se oggi questa città venga considerata la più sicura della Corea. 
In questa città la raccolta rifiuti non avviene per ritiro, ma tramite un sistema pneumatico che preleva la pattumiera in ogni edificio, la convoglia a centri di smistamento dove viene selezionata, separata e indirizzata verso la destinazione finale.
Songdo è la prima città orientale che soddisfa gli standard LEED per la gestione dell’acqua, della spazzatura e delle infrastrutture verdi.
Parliamo ora di come altre città, questa volta in occidente abbiano provato altre esperienze smart per la gestione dei tempi complessi.
Pensate al fatto che un urbanista non possa sapere dove sia diretto esattamente il traffico automobilistico ogni giorno, ma può sapere precisamente quali saranno le zone di ingorgo e in quale momento alcune aree avranno meno parcheggio disponibile.
In alcune situazioni parcheggiare la macchina in un quartiere non è impossibile, ma girare per trovarlo fa disperdere tanto tempo e determina un forte inquinamento. Si calcola che un pendolare impiega mediamente 15’ a trovare un parcheggio. Questo tempo sprecato si può tranquillamente trasformare in bilioni di dollari di improduttività e certamente in tonnellate di anidride carbonica in più nell’aria.
Certamente gli urbanisti sanno come i parcheggi pubblici a pagamento possano generare profitti ingenti per le casse pubbliche, ma c’è un problema ed è prima di tutto culturale: molti automobilisti, piuttosto che spendere per parcheggiare, preferiscono rischiare la multa e girare decine e decine di minuti per trovare un parcheggio abusivo ovunque sia possibile lasciare l’auto.
Il comune di Barcellona nel 2012 ha implementato un sistema che mediante sensori monitora i parcheggi a pagamento e segnala a chi scarica l’applicazione quali sono liberi. Se ne trovi uno libero, con la stessa applicazione lo prenoti e inizi a pagarlo, mentre se un’auto abusiva lo occupa, la polizia ha l’immediata segnalazione dell’infrazione e scatta la multa.
Con questo metodo i cittadini di Barcellona poco a poco si sono abituati a pagare il parcheggio, il comune incassa annualmente circa 50 milioni di Euro e l’inquinamento è diminuito in modo drastico.
A San Francisco il Comune ha implementato l’installazione di sensori per regolare i parcheggi con costi che variano durante il giorno da 10 dollari/h a 1 dollaro/h. In questo modo si evita di congestionare i parcheggi e le strade nei momenti di rush e si favorisce un’accesso alla città regolato ed intelligente.
Ci sono poi applicazioni che consentono l’affitto di parcheggi privati lasciati liberi quando i proprietari non li usano: un esempio di utilizzo è quello del parcheggio di una chiesa protestante a San Francisco; quando non ci sono funzioni religiose il parcheggio è prenotabile con una donazione da ogni utente che ne abbia bisogno.
Un aspetto legato al futuro delle città e alla sostenibilità è quello della riduzione del traffico veicolare. Uno studio del MIT dimostra che una città come Singapore potrebbe ridurre il traffico veicolare al 30% se mettesse a disposizione in sharing auto a guida autonoma e questo 30% potrebbe essere ulteriormente abbattuto se si calcolasse di fare viaggiare insieme persone che quotidianamente fanno percorsi identici.
Se si parla di smart cities e sostenibilità si dovrebbe parlare anche di come le città abbiano iniziato a considerare l’acqua potabile un valore digestive con cura. 
Un esempio degno di nota arriva dal Dubai, più esattamente dal Emirates Golf Club di Dubai.
Servivano 270 milioni di litri d’acqua, tanta quanto ne serviva a tutte le altre necessità dei cittadini del Dubai in quegli anni e il costo fu subito considerato esagerato. Pochi anni dopo l’apertura fu sostituito il manto erboso con uno più resistente all’acqua salata e furono installati irrigatori intelligenti in grado di innaffiare le sole parti che ne avevano necessità. Questa tecnologia portò subito ad un abbattimento del consumo d’acqua del 50%.
Gli studi ci sono, i sensori e la rete dati per metterli a sistema ed utilizzarli al meglio pure. Manca ancora la cultura urbanistica e la conoscenza delle esperienze che anderebbero condivise maggiormente tra grandi città come tra piccoli comuni.
Potrebbe essere una rivoluzione che arriva dal basso quella delle città smart, fatta da applicazioni che cambiano le nostre abitudini, che rimettano in circolazione risorse che fino ad ora sprecavamo in modo inconsapevole.