Podcast_Ripensare i materiali #2

Anche in questo puntata cito il libro scritto da Kate Franklin e Caroline Till ‘Radical Matter’ ‘Rethinking materials for a sustainable future’ per condividerne qualche passaggio.

Fino ad oggi abbiamo fatto affidamento sulle materie prime naturali da reperire ovunque e da trasformare in prodotti. Disegniamo e produciamo per esportare le nostre idee, i nostri oggetti in giro per il mondo. Ma oggi abbiamo capito che non basterebbero due pianeti se continuiamo in questo modo. Necessitiamo di un approccio migliore e orientato più alla circolarità che non alla linearità del Take-Make-Discard. Siamo già molto avanti nell’approccio; nel mondo molti materiali vengono prodotti grazie all’utilizzo di materie prime che sono rifiuti.

L’atteggiamento degli architetti, dei designer, dei produttori dovrà essere un approccio da scienziati più che da alchimisti come pare avvenga ora troppo spesso: multidisciplinare e aperto, di condivisione delle competenze. Fino ad ora uno degli aspetti positivi dei materiali di recupero è che, diversamente dai materiali che troviamo in natura, sono più economici e abbondanti.

I primi materiali ad essere riciclati sono stati la carta, il cemento, la pelle, i tessuti e la plastica. E proprio quest’ultima che è ritenuta la più inquinante si sta scoprendo essere la maggiormente riciclabile.

In Europa stiamo riciclando a testa mediamente mezza tonnellata di rifiuti per anno e nonostante tutto l’impegno che ci mettiamo il saldo dei rifiuti cresce sempre. Se la si vuole vedere in modo positivo crescono anche le possibilità di trovare nuovi filoni di riuso di questi materiali.

Negli Stati Uniti si è calcolato che in un milione di cellulari si possano recuperare 16.000 kg di rame, 350 di argento, 34 di oro e 15 di palladio. Si potrebbe dire che una montagna di telefoni possa essere valorizzata quanto una miniera!

Con una prospettiva di crescita verso i 9 miliardi di cittadini il consumo di materie prime, acqua, cibo energia è il tema del presente, dunque chi sposa da ora il nuovo atteggiamento ecologico, contribuirà ad una maggior sostenibilità del nostro lavoro e potrà raccontare una storia che farà la differenza!

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