Podcast_Ripensare i materiali – alcuni esempi

Questo podcast è dedicato ai nuovi materiali pensati per un futuro maggiormente sostenibile. In questo senso c’è molta confusione nel settore dell’edilizia e dell’interior design, dunque ho deciso di mettere un pò di ordine alle mie idee e di condividere gli studi che porterò avanti con tutte le persone che vorranno conoscere il mio percorso e quello del mio studio. Perché sono un architetto e sono convinto che il futuro del mio lavoro passi anche da questi nuovi materiali.

Proprio questa settimana abbiamo conosciuto una realtà italiana in piena evoluzione: è quella di Chroma Composites, società che produce materili con materie prime seconde: essenzialmente con materiali di scarto da cave, marmisti, sugherifici e dalla canapa.

Per Chroma Composites stiamo preparando lo stand di made Expo 2021. Qui esporremo il meglio dell’esperienza dell’azienda.

In questa puntata vedremo alcuni esempi di piccole società che hanno iniziato sperimentando e che in poco tempo hanno sviluppato i propri processi di produzione di nuovi materiali ora regolarmente in commercio.

Il primo esempio di cui vi parlo è quello di Stonecycling. 

Il suo fondatore è un olandese il suo nome Tom van Soest. Tom è consapevole del fatto che l’edilizia in Europa genera oltre un terzo dei rifiuti sul suo territorio, inizia a produrre mattoni combinando rifiuti a base di argilla vetro, ceramica e materiali isolanti di recupero.

Benché non dichiari la composizione chimica delle ricette che hanno tutte come base il 70% di materiale recuperato entro 160Km da Limburg, dove si trova il suo laboratorio, Tom garantisce i suoi mattoni facendo testare tutti i prodotti perché possano essere certificati secondo le regole del mercato olandese.

I mattoni di riciclo di Stonecycling sono stati utilizzati nella realizzazione di facciate esterne dal 2015 e il loro comportamento non ha dato alcun problema. Lo stesso prodotto ha ricevuto premi per essere un materiale bello alla vista, che ha innovato il mercato di riferimento e che contribuisce a riciclare quantità sempre più importanti di rifiuti edili.

Il secondo esempio di cui vi parlo è quello di Newspaperwood.

Mieke Meijer era ancora studente quando pensò di restituire alla carta l’aspetto del legno, rovesciando il processo conosciuto fino al 2003; quello peri quale la carta deriva dal legno e non viceversa.

Mieke non fece altro che incollare uno sull’altro strati e strati di fogli di carta di recupero per poi pressarli in un cilindro di acciaio. Ad asciugatura avvenuta aveva ottenuto un materiale molto simile al legno per l’aspetto concentrico della sezione e per il comportamento al fuoco. Il nuovo materiale bruciava molto lentamente.

L’unica limitazione la dimensione dei fogli di carta che determina la dimensione delle lastre o dei cilindri di legno. La resistenza del materiale dipende dalla resistenza della colla; Mieke ha evoluto il sistema con una colla forte e priva di solventi.

Il problema più grande del brevetto è venuto dalla digitalizzazione dei giornali, dunque dalla sempre minor presenza di materiale da riciclare.

Il terzo ed ultimo esempio di questa puntata parla di plastica recuperata da Preciousplastic.com.

Nel 2020 di 311 milioni di tonnellate di plastica prodotta solo il 10% è stato recuperato. L’industria fino a poco tempo fa preferiva lavorare la plastica di primo utilizzo, la plastica vergine perché la plastica di riuso può portare, nel migliore dei casi a risultati estetici e funzionali di minore qualità e nel peggiore dei casi a rovinare i costosi macchinari industriali di produzione. Così il fondatore di Preciousplastic Hakkens ha deciso di ideare un sistema di riconversione domestico della plastica e di farlo in modalità open source. L’ingegnoso ideatore quindi spiega con video tutorial come autocostruire i principali macchinari per la conversione della plastica:

Il primo dei quattro macchinari è quello che pulisce separa la plastica e ne fa brandelli utilizzabili nelle altre tre macchine; Il secondo passaggio prevede la realizzazione di un filamento che verrà successivamente utilizzato in una stampante 3D, iniettato o compresso dipendentemente dal tipo e dalla dimensione del prodotto da realizzare.

Hakken, secondo la modalità open source, condivide i disegni e video-istruzioni per creare ogni macchinario in casa con pochissime risorse e promette che ognuno di noi con meno di 200,00€ e 5 giorni di lavoro sarà in grado di preparare il proprio laboratorio di riciclo della plastica!

stonecycling.com

newspaperwood.com

preciousplastic.com

, , , , , , , , , ,